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Destrage, “SO MUCH. too much” Top Album del mese

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destrage band

 

di Irene Tempestini

 

Destrage, “SO MUCH. too much” Top Album del mese

 

I Destrage sono, per quanto mi riguarda, la ventata di aria fresca più attesa, quella che spazza via la tanto odiata calura estiva. Un soffio che porta con sè suoni potenti e metal, ma anche un’attitudine moderna che non ha eguali.

Il sesto attesissimo album, e il primo con 3DOT Recordings, dal titolo “SO MUCH. too much” esce il 16 settembre. L’album contiene 12 tracce traboccanti di intensità sonora e invidiabile spavalderia esecutiva. La voce arriva come un rasoio al ritmo di suoni brutali quanto accattivanti. La produzione è magnificamente moderna e ricca di sperimentazioni davvero notevoli, che riescono a trovare il giusto equilibrio con le estreme e intramontabili cavalcate e silurate metal.

L’energia arriva dritta come un treno in corsa, travolgendoci. Incredibile cosa riescano a fare questi musicisti, padroni del loro talento che sembra non avere limiti.  Non mancano suoni e dettagli ricercati, splendide ‘chicche’ di questa che ripeto essere a mio dire una produzione da brividi.  Non c’è ombra alcuna di banalità, ma solo riff esplosivi e giganteschi, ritmi efferati, assoloni da pelle d’oca, enormi abilità vocali, forza metallica unita a sorprendenti intromissioni sonore dalle tinte accattivanti. Ascoltando il brano Venus Has Sunk capirete a cosa mi riferisco. C’è spazio altresì per l’ironia in brani come Italian Boi, che cito anche per l’ennesimo assolone di chitarra. Ma potrei scrivere di molti altri passaggi memorabili di cui ho goduto ascoltando l’album, che vede anche la partecipazione di Devin Townsend in Private Party.

La band in “SOO MUCH. too much”alterna sferzate metal a brani più soft, come Sometimes I Forget What I Was About To o Is It Still Today (spalancate le orecchie per un altro assolone da brividi!). E che dire dell’emozione provata ascoltando il personalissimo tributo agli Stone Temple Pilots con la rivisitata Vasoline, a cui la band dà una forte spinta ma senza oltraggiare la naturale bellezza dell’originale. Rimashi è un brano strumentale di elevata qualità e, dulcis in fundo, la sorpresa arriva sul finale con Everithing Sucks Less, che è come una carezza data con un guanto di velluto. Nel mezzo una serie di munizioni, rigorosamente indolori, sparate a raffica, una più bella dell’altra.

“SO MUCH.too much” è già un monumentale pillar della discografia, non solo italiana. Ascoltate e godetene tutti.

Destrage “SO MUCH. too much” Top Album del mese

 

I Destrage sono:

Paolo Colavolpe – voce

Matteo Di Gioia – chitarra

Federico Paulovich – batteria

Ralph Guido Salati – chitarra

 

“SO MUCH.too much” tracklisting:

  1. A Commercial Break that Lasts Forever
  2. Everything Sucks and I Think I’m a Big Part of It
  3. Venice Has Sunk
  4. Italian Boi
  5. Private Party feat. Devin Townsend
  6. Sometimes I Forget What I Was About To
  7. An Imposter
  8. Is It Still Today
  9. Vasoline (Stone Temple Pilots cover)
  10. Rimashi
  11. Unisex Unibrow
  12. Everything Sucks Less

destrage cover album so much.too much

“Non scendiamo davvero a compromessi”, spiega Matteo. “Ci divertiamo a farlo e diamo sempre il massimo. Non ci sono confini. Non esiste una forma a cui ci conformiamo. È solo estremo”.

Dopo Urban Being [2007] e The King Is Fat’n’Old [2010], sono esplosi a livello internazionale con Are You Kidding Me? [2014], che vantava la partecipazione di Ron “Bumblefoot” Thal, ex Guns N’ Roses.

So Much nasce in un momento complicato. “Quando è iniziata la pandemia – afferma Matteo –  non avevamo voglia di scrivere. Se sei bloccato tra quattro pareti, non c’è troppa ispirazione.Abbiamo aspettato fino a quando finalmente era arrivato il momento giusto. A quel punto, volevamo fare di nuovo musica. L’album è un figlio della pandemia – continua – È la sensazione di delusione, di essere lasciato solo e di essere deluso. È molto introspettivo, ma è anche narcisistico. Nella società occidentalizzata, pensiamo che tutto riguardi noi, quindi c’è un po’ di questo”.

 

 

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