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Pistoia Blues, è tempo di rialzarsi

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charlie musselwhite pistoia blues 2017

di Irene Tempestini

 

E’ tornato come ogni anno il mio soldato Pistoia Blues, è tornato e si è trattenuto a lungo nella sua città. Lo avevamo lasciato ferito ma impavido e lo abbiamo ritrovato stanco e pieno di cicatrici. Ma in quanti hanno scelto di porgergli la mano e concedergli una carezza? Io, sua incorruttibile amante, vorrei poter tirar fuori dal cilindro la soluzione a tutti i suoi guai ma, ahimè, non ho ancora trovato chi vende questo dannato cilindro.

Spetta a me però, come a chiunque abbia goduto negli anni delle sue meraviglie, abbracciarlo e rassicurarlo. Ci sarà il riscatto, l’elevazione, il ritorno ai fasti passati, ne sono sicura, perché un guerriero che ha fatto la storia e che di pagine da scrivere ne ha ancora tante, sa rinascere a nuova vita. Ma per farlo ha bisogno del sostegno della sua gente e non del troppo facile quanto sterile dito puntato. Le mani, e non solo un dito, le dovremmo muovere tutti, così come le terga, e iniziare a fare oltre che dire, nessuno escluso.

Le battaglie se combattute insieme si possono vincere, anche se è più comodo pensare che tutti siano come Ercole in grado di superare in solitaria dodici fatiche per ottenere l’immortalità. Bhè il mio soldato si chiama Pistoia Blues, ha 38 anni portati splendidamente, è pieno di difetti quanto di inarrivabili pregi, ha bisogno di essere guidato e sostenuto e non ci sta ad essere messo ko. E’ vero che  di problematiche ne ha tante e che in questa edizione ha dovuto fare i conti anche con la sfortuna. Entusiasmi raggelati subito dall’ annullamento della data inaugurale, evento attesissimo il 28 giungo con Battiato e l’Orchestra.

Un boccone amaro difficile da mandare giù, un cielo nero e minaccioso presagio di un’edizione non felicissima ma tuttavia dignitosa. Cosa accade a questa piazza, ma soprattutto cosa vuole questa piazza? Di quesiti ne abbiamo tanti, di risposte al momento poche. Ma siamo fiduciosi.

Spente le luci ora posso solo cullarmi nel ricordo di momenti magici vissuti in questi giorni, grazie alle esibizioni entusiasmanti di signori quali The Cult ed Editors,  non un’accoppiata vincente perchè impossibile pensarli come co- headliner, ma alla fine il Pistoia Blues  noi assatanati musicomani brontoloni ci conquista sempre.

Per caso, a cose fatte, vorreste non aver goduto di Rain o Sugar? Avreste preferito non accogliere, se pur con tutti i problemi tecnici che ha avuto la sua esibizione, sir Little Steven? Non è stato grandioso chiudere ieri con un tripudio alla musica blues con il grande Charlie Musselwhite e i tanti musicisti alternatisi su quel sacro palco fino a notte fonda? Non mi addentro in giudizi sulle serate che hanno visto come protagonisti Mannarino, Bollani, Britti, Fabi per un semplice motivo, ovvero l’ oceano che divide chi scrive da questo tipo di musica, che non c’entra molto con il dna del Pistoia Blues.

Ma tornando ad un giudizio complessivo, suggerisco di riflettere un attimo: è sempre indispensabile che tutto sia  perfetto? Non ci può essere bellezza anche nell’ imperfezione ? Certo che si, a patto che non si lascino andare troppo le briglie, nascondendosi dietro al monito del va bene l’importante è portare a casa l’ennesima edizione. No a questo dico io per prima di no, perché voglio tornare a vedere una città che fa da traino al suo festival, come quando ero bambina, una città che accoglie a braccia aperte i grandi artisti, che fa di tutto per attirare nuovi avventori e non si lascia schiacciare dai tanti eventi musicali che stanno spuntando come funghi.

Questo festival ha una storia unica, una scenografia mozzafiato, ha visto crescere generazioni, subito mutazioni a volte utili altre nefaste, ma se vogliamo dare un senso al tricolore di luci accese sul campanile di piazza del Duomo in questi giorni, stringiamoci una volta per tutte a coorte e nutriamo quello che di bello e inimitabile ha questa città, eletta anche e non a caso, a capitale della cultura 2017.

I censori e gli inquisitori ci saranno sempre, i problemi e i disertori anche, ma sono sicura che nello studio degli alchimisti organizzatori gli alambicchi già pullulano di novità e colpi di reni. E per una volta, facciamoci un piacere a vicenda, non parliamo di numeri ma di musica e condivisione.

editors pistoia blues 2017

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