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David Becker, intervista ad uno dei più grandi chitarristi jazz di tutti i tempi

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di Irene Tempestini

Come è andata l’ultima recente esperienza qui in Italia ad agosto?

Vengo a Figline Valdarno in Toscana da nove anni per tenere master classes all’interno della Mediterranean Music School. La sede è in un luogo davvero bello, la Locanda Casanuova vicino alla tenuta di Sting dove sono stato invitato tra l’altro quest’anno. Al master class  segue sempre un concerto solista che si tiene appunto alla Locanda Casanuova, che è uno dei luoghi che preferisco in assoluto per esibirmi!

 

Perchè ama così tanto master classes e workshops?

Ho la fortuna di essere dentro la musica jazz e l’insegnamento da tanto tempo ormai. Molti dei festival ai quali partecipo includono anche seminari che rappresentano un’importante opportunità per noi artisti di condividere la nostra esperienza e il nostro sapere con giovani musicisti. E durante i seminari io stesso apprendo molto dagli altri e questo mi invoglia a non smettere mai di migliorarmi e crescere musicalmente.

 

Durante la sua lunga carriera ha avuto modo di partecipare a molti festival jazz. Qual è stato il più importante per lei?

Ho partecipato davvero a tanti festival nella mia vita, ma non posso dire che uno sia stato più importante dell’altro. Ognuno di questi festival supporta la musica e al di là della grandezza o della location, questo è ciò che conta. Se dovessi però sceglierne uno direi che uno dei più memorabili è stato il Long Beach Festival, il primo grande evento a cui partecipai (oltre 15 mila presenze) con una line up incredibile. Tra i nomi Miles Davis e Chick Corea e devo ammettere che è stato eccitante ma anche spaventoso! Fortunatamente andò tutto bene e anche Chick si congratulò con me.

 

Vuole raccontarci  qualcosa di quell’ esperienza che l’ha vista condividere il palco con una leggenda quale Miles Davis ?

E’ stato incredibile! Tutti i musicisti erano entusiasti di condividere il palco con una leggenda della musica. Fu allora che vidi per la prima volta anche John Scofield, chitarrista che ammiro molto, nel back stage anche se allora non ci fu modo di parlare. L’atmosfera del festival era piena di energia! L’unico artista ad avere la possibilità di avvicinare Miles era Chick ma non importava, perché eravamo tutti lì insieme come colleghi e amici della musica. Sono stato molto fortunato a poter vivere quell’ esperienza!

 

Negli anni ha collaborato con grandi chitarristi quali Zoller, Coryell, Abercrombie, Burrell…C’è qualcuno che manca all’appello e con cui vorrebbe poter collaborare? Se sì, perché?

Aggiungo all’elenco dei grandi anche Joe Diorio che è probabilmente uno dei più grandi e non solo per me ma per molti. Con lui abbiamo registrato un duo contenuto nel CD  “The Color Of Sound” che è una delle migliori cose che abbia mai registrato. Un lavoro che è ancora grande e che è diventato un classico che tutti i chitarristi jazz dovrebbero avere.  Ho lavorato con tanti altri musicisti ma un chitarrista con cui spero di poter collaborare prima o poi è John Scofield che ho già citato. Ci conosciamo ma non abbiamo ancora avuto modo di suonare insieme, ma non mi preoccupo, non penso troppo a queste cose. Comunque John è un fan  di The Color of Sound…

 

Nel novembre del 2016 ha festeggiato il trentesimo anniversario del David Becker Tribune, il progetto che porta avanti con suo fratello Bruce, eccellente batterista. Lei preferisce pensare al passato o guardare al futuro?

Il 2016 è stato l’anniversario del nostro primo album ma in verità sono molti più anni che Bruce ed io facciamo musica insieme. Abbiamo appena finito di registrare un CD live in Nuova Zelanda che uscirà nel 2018 insieme ad un DVD. Non mi guardo troppo indietro ma cerco sempre di riflettere su cosa abbiamo fatto negli anni e provo  a tenermi sempre proiettato verso il futuro. Purtroppo oggi per i vari impegni professionali e privati non suoniamo così spesso come un tempo, ma quando riusciamo a fare musica insieme è sempre una gran bella cosa che sembra essere immortale.

 

Quali i progetti futuri dunque di David Becker? Può anticiparci qualcosa?

Come ho detto prima provo a guardare sempre avanti con la consapevolezza di dove sono arrivato fino ad ora. Ho molti progetti ancora da realizzare e al momento mi sento come se avessi scandagliato solo una piccola parte di tutte le opportunità che ho come musicista. Sono grato per la mia vita e provo a godermi ogni istante. Faccio attenzione ad ogni nota che suono perché ogni nota ha un fine e conduce alla nota successiva.

 

Si dice che lei sia un virtuoso, uno dei migliori chitarristi jazz di tutti i tempi e, aggiungo io, lei è un candidato ai Grammy, un artista di successo e acclamato da pubblico e critica. Ma c’è qualcosa che vorrebbe si dicesse di lei e cosa manca ancora alla sua carriera?

Come ho già detto sono grato per le opportunità che ho avuto e non do nulla per scontato, ma non lascio che i riconoscimenti influenzino il mio modo di percepire quello che sono e faccio. Continuo a volermi sempre migliorare e imparare cose nuove e più imparo più capisco quanto ancora ho da imparare. Non si finisce mai e questa è la cosa più affascinante della musica e di tutta l’arte.  Amo per questo anche venire a Firenze, perché mi ricordo  di quanta creatività esisteva nel mondo ancor prima che nascessi io.

 

Che musica ascolta durante i suoi numerosi viaggi?

Non ho molto tempo per ascoltare musica mentre viaggio perché mi piace carpire tutto quello che accade attorno a me e catturare i sapori locali

 

Da dove o cosa trae ispirazione per la sua musica?

Certamente dai viaggi. Ho viaggiato tutta la vita e trovare ispirazione è proprio uno dei motivi per cui sono diventato un musicista itinerante. Sono sempre ispirato dai posti che visito siano essi nuovi o già conosciuti. Ma anche soltanto avere tra le mani la mia chitarra mi dà ispirazione proprio per la complessità di questo strumento. Da un lato è così familiare e dall’altro ha sempre qualcosa di sconosciuto., come le città che visito. Per me è importante viaggiare e visitare il mondo con due diverse prospettive, una esterna e l’altra interna a me.

 

Penso che Batavia sia una delle sue iniziative migliori. Qual è il messaggio che ha voluto trasmettere?

Mi fa molto piacere che ti piaccia! Batavia è stato e rimane probabilmente l’album più personale e complesso mai registrato! Racconta la storia della famiglia di mia madre prigioniera in un campo di concentramento in Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale. Ho ripercorso tutta la storia della mia vita e il miglior modo per condividerla con gli altri era tramite la musica. Esiste una pagina Facebook Batavia dove le persone possono seguire il progetto o condividere anche le loro esperienze. Spero vivamente di attirare più attenzione sulle storie dei prigionieri di guerra che sono ad oggi molto poco conosciute.

 

Il nostro magazine unisce tutti i tipi di arte. Quale pittura, film, libro pensa potrebbe essere riferito alla sua musica?

E’ una domanda difficile. Quando ascolto la mia musica ho ben chiara un’immagine nella mia mente ma so che per ognuno è diverso e vorrei lasciare agli altri la libertà di decidere  quale libro, dipinto o film associare alla mia musica. L’arte è una cosa così soggettiva, però sicuramente mi sento molto vicino a molte opere d’arte italiane. Forse alcune di Michelangelo potrebbero essere collegate alla mia musica.

 

Quando potremo rivederla in Italia Maestro?

Tornerò il prossimo anno a Figline Valdarno ma spero anche in altri luoghi.  Con il grande chitarrista italiano Giuseppe Continenza stiamo parlando da tempo di suonare insieme presto, speriamo nel 2018.

 

Un saluto speciale ai nostri lettori…

Il mio più grande e caloroso saluto ai lettori di Zest ai quali dico “Mila Grazie” e “Arrivederci”

 

David Becker

Chitarrista, compositore e produttore americano, uno dei massimi esponenti del jazz contemporaneo. Con il fratello Bruce, eccellente batterista, ha formato il David Becker Tribune, acclamato dalla critica mondiale. Ha all’attivo album acclamati, libri per insegnare a suonare ed è docente di master classes e workshops . Nel 2010 pubblica Batavia, un omaggio ai prigionieri in Indonesia durante la Seconda Guerra Mondiale.

davidbeckertribune.com

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by Irene Tempestini

 

What’s about your last experience in Italy on August?

I have been coming to Figline Valdarno in the Toscana for the past 9 years to do master classes for the Mediterranean Music School. It is held in a very nice place, Locanda Casanuova which is around the corner from where Sting lives when he’s in Italy. In fact this year, I was invited to his place for a gathering. The master class is also followed by a solo concert at Locanda Casanuova. It is one of my favorite places to perform!

 

Why do you like so much to perform master classes and workshops?

I have had the opportunity to be involved with Jazz  or Music Education for a very long time now. Many of the festivals where I perform also have some kind of educational seminar which is a great way for we Artists to share our experience and pass along what we have learned to the next germination of musicians. I also learn a great deal myself each time I give a workshop. It challenges me to keep growing musically.

 

During your career you have performed in many important jazz festival. What was the most important for you?

I have done many festivals over the years, but I wouldn’t say one was more important than another. They all support the music and regardless of the size or location, that is the main objective. I would add though that probably one of the most  memorable festivals was the Long Beach Jazz Festival as this was my first big festival (over 15,000 people) and the line up was amazing. It included Miles Davis and Chick Corea and I had to proceed them which was exciting and also a little scary! But everything went well and even Chick gave me a great compliment.

 

So you have shared the stage with the legend  Miles Davis. Please share with us your best memories of that experience!

It was great! All of the Artists were excited to share the bill with a true Music legend. I actually saw John Scofield back stage as he was the current guitar player then. We didn’t have a chance to speak though. But the vibe over the whole festival was really energized! The only artist on the bill who had direct access to Miles was Chick. But that did not matter, because we were all there together as musical comrades. I’m very fortunate to have experienced that!

 

Over the years you have collaborated with many guitar greats such as Zoller, Coryell, Abercrombie, Burrell. Is there someone else you would like to collaborate with? If so, why?

We have to also include Joe Diorio who is probably the most important guitar player not only to me personally, but many, many others. Our duo CD, “The “Color Of Sound” is one of the best things he or I have ever recorded. It still holds up today and has become somewhat of a “classic guitar record” that all jazz guitarist must have. I have worked with a lot of other great guitarists and one that I still would like to have a chance to work with is John Scofield. We know one another  but have yet had the opportunity to play together. I’m not too concerned as it’s not something I give too much thought about. John is a fan of “The Color of Sound” CD though.

 

 

On November 2016 you have celebrated 30th anniversary of the David Becker Tribune together with your brother Bruce on drums. Do you prefer to remember the past or look ahead?

2016 was the 30th anniversary of our first record, but it has actually been many more years that Bruce and I have played music together. We just recorded a live CD in New Zealand that will be released in 2018 and a DVD to go with it. I don’t look back too much, but always try to reflect on what we have done over the years and try to keep my eye looking forward. Sometimes now because of our individual schedules and lives we don’t get to play together as much as we did in the past, however when we do play it is always a very special thing that seems timeless!

 

And what about the David Becker artist future? Can you anticipate something?

As I said in the previous question, I try to always look ahead, but still be aware of where I am at. There are many projects I still wish to do and I feel now that I am just scratching the surface of what is possible for me as a musician. I am very grateful for this life I have been allowed to pursue and try to enjoy every moment. It is really like improvisation on it’s highest level. Be aware of every note you play because each note has a purpose and will lead you to the next!

 

They tell you are a virtuoso, one of the best jazz guitarist ever and I add that  you are a Grammy nominated as well, you have success and you are claimed. But, is there something you would like they tell about you and something still off in your career?

I am again grateful for the opportunities I have had and don’t take them for granted, but I also don’t let the accolades dictate who I am or how I perceive what I do as a musician or person for that matter. I’m always trying to get better at what I do and learn more. The more I learn, the more I realize how much more there is to learn. It never stops and that is the exciting thing about music or art. I always love coming to Firenze because it reminds me of just how much creative depth there was before I ever entered the planet!

 

What is the music you listen to during your numerous journey around the world?

I don’t have too much time to listen to music while traveling. I do try listen to whatever is happening around me and try to get some of the local flavor while I am somewhere.

 

From what or where do you  take inspiration for your music?

Definitely from traveling. I have traveled my whole life and it is one of the main reasons I became a traveling musician. I am always inspired by the places I get to go to whether they are new or I have gone there many times.  Also just having the guitar in my hands gives me lots of inspiration because of the complexity of the instrument. On the one hand it is so familiar and on the other is always a little foreign. This is just like the cities I travel to. I always try to see the world with two set of eyes. One set from the outside perspective and one from the inside perspective.

 

We think Batavia is one of your best initiative. What’s the message you want to send?

I appreciate that. Batavia was and still remains probably the most personal and complex recording I have ever done! It basically tells the story of my mother’s family during WWII and there struggle in a Japanese Concentration Camp. I have followed the story my whole life and wanted to somehow convey this to others and the best way I found was through music. There is a Facebook Batavia page which people can like and share their experiences as well.  I do hope to get more awareness of the POW’s story as this side of WWII is not well represented in our history and they have yet to be recognized.

 

Our magazine connects all type of art. What picture, or movie, or book it’s the perfect one for you to be associated with your music?

That is a hard question for me to answer. I have a picture in mind when I hear my music, but I know it differs from what others hear. I guess I would have to leave that up to each person to decide what book, movie or picture best fits what they hear when they listen. Art is so subjective and everyone has their own images. I do though feel a slight connection to many Italian works of art. Perhaps some of the works by Michelangelo might have a connection.

 

How many time to see you again in Italy Maestro?

Well I hope many more times. I plan to be back next year in Figline Valdarno and also some other places. A great Italian guitarist Giuseppe Continenza and I have talked for a while about playing together soon. Hopefully in 2018!

 

Please, give a special greeting to our readers…

I want to send all of your readers my best and warm regards and say, “ Mila Grazie” and “Arrivederci

 

David Becker

American guitarist, composer and producer, is one of the best and most unique voices in jazz and contemporary music. Together with his brother Bruce on drums, they have led the critically acclaimed DAVID BECKER TRIBUNE to a worldwide audience by performing in more than 25 countries. He has recorded many acclaimed albums, published books and performed master classes and workshops around the world.  In 2010 recorded Batavia that tells the story of captivity of his family in a Japanese concentration camp during WWII. 

davidbeckertribune.com

 

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