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Warhol vs Gartel, artisti pop a confronto

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di Redazione

 

 

Fino al 2 aprile 2017

WARHOL VS GARTEL. HYP POP

MAG MetaMorfosi Art Gallery di Piazza Duomo a Spoleto

La Pop Art arriva a Spoleto in uno dei confronti artistici più stimolanti degli ultimi anni. Il suo indiscusso maestro Andy Warhol (1928 Pittsburgh – 1987 New York) e Laurence Gartel (1956 a New York) uno dei più famosi esponenti della sua declinazione in “formato” digitale, si affrontano in un’inedita “sfida” al MAG MetaMorfosi Art Gallery di Piazza Duomo. Cinquanta opere originali di entrambi gli artisti, sono infatti protagoniste di “WARHOL vs GARTEL. HYP POP” in esposizione a Palazzo Bufalini dal 22 dicembre 2016 al 2 aprile 2017.

 

La mostra, prodotta e organizzata dall’Associazione Metamorfosi in collaborazione con Spirale di Idee e Artelite, e curata da Maurizio Vanni direttore del  Lu.C.C.A. (Lucca Center of Contemporary Art), con il patrocinio del Comune di Spoleto e della Regione Umbria, vede confrontarsi due mondi affini, quello della Pop Art e dell’Arte Digitale, che hanno profondamente trasformato, dalla fine degli anni ’70 in poi, il comune senso dell’Arte.

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Interno sede mostra

Dopo il loro fortunato incontro, Andy Warhol e Laurence Gartel hanno sperimentato le potenzialità del mezzo digitale applicato all’arte. Gartel, lavorando sui software, ha trasformato fotografie, graffiti, dipinti in nuove ed inedite opere che hanno trovato uno spazio importante nel mondo dell’arte contemporanea, offrendo anche un notevole contributo al mondo della comunicazione pubblicitaria: le sue creazioni per Absolut Vodka, Philips Morris e Coca Cola sono ormai storia della pubblicità. In mostra sono esposti acetati, litografie e stampe digitali, tra cui il suo famoso “Absolut Gartel”, che ricostruiscono l’importante contributo di questo artista.

L’eredità di Andy Warhol è indiscussa e non trattabile: l’intero immaginario del contemporaneo, non solo artistico, è permeato delle sue immagini, moltiplicazioni del quotidiano che si trasforma in straordinario. In mostra serigrafie e litografie storiche, come il “Gianni Agnelli” del ’79 e il “Mao” dell’89. Ma anche la copertina dell’LP “The Velvet Underground & Nico” del 1967.

Da una parte Polaroid, registratore, Photomaton e serigrafia per Warhol, dall’altra Apple Macintosh (con programma Mac Paint), Commodore Amiga (abbinato al programma Deluxe Paint), la stampante Art Color Ink-Jet di Xerox, le novità di Canon con la macchina fotografica 760, le stampanti a getto d’inchiostro e i primi scanner per Gartel.

La mostra però, non solo ripercorre la capacità di entrambi di indagare il mondo digitale con un estro da artisti di razza, ma riesce ad approfondire anche la distanza tra i due personaggi. Di ognuno di loro, infatti, evidenza anche la peculiarità che ne rende indipendente e stilisticamente autonoma la produzione. Warhol con la sua irriverente moltiplicazione seriale dell’oggetto o del personaggio, Gartel con la sua capacità di proiettare al di là del presente e del reale le immagini che sceglie.

«Non tutti gli elementi comuni ai due artisti sono simmetrici e corrispondenti – afferma il curatore Maurizio Vanni – la Pop Art di Warhol perpetua in maniera impersonale e quasi maniacale le immagini proposte dai mass-media documentando, senza timore reverenziale. La Hyper Pop di Gartel si nutre di immagini presenti nell’immaginario collettivo, ma non si limita a mitizzarle, bensì le proietta in futuri plausibili, in scenari immaginifici, in dimensioni realmente oniriche, in contesti che, seppur distanti da ciò che crediamo reale, appaiono stranamente iper familiari, iper evocativi, iper suggestivi, iper allusivi, iper quotidiani, iper comunicativi, iper fantasiosi e iper contemporanei”.

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Andy Warhol, Gianni Agnelli 1979, Litografia su carta, firmata, 18×18 cm Milano, Collezione privata.


«In questa mostra
– spiega Pietro Folena presidente di MetaMorfosi produttrice e organizzatrice dell’esposizione spoletina – si racconta la straordinaria cavalcata della tecnologia digitale che ha cambiato radicalmente le nostre vite e il mondo negli ultimi quarant’anni, vista con gli occhi di un giovane artista, Larry Gartel, che negli anni ’70 cominciò tra i primi a sperimentare. Il suo lavoro con Warhol e il suo rapporto con il business raccontano dell’intreccio inscindibile tra arte, tecnologia ed economia.  Hyp Pop è una mostra assolutamente originale e MetaMorfosi è lieta di proporre nel nostro MAG di Spoleto un’esperienza totalmente inedita».

I codici e le forme della contemporaneità troveranno una collocazione raffinata nel seicentesco Palazzo Bufalini in piazza Duomo, uno dei nuovi contenitori culturali della città, nato per celebrare i grandi protagonisti dell’arte mondiale.

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Esterno sede mostra

 

La mostra  WARHOL vs GARTEL. HYP POP non si ferma a Spoleto. Sempre con la cura di Maurizio Vanni dal 25 febbraio al 18 giugno 2017 sarà anche al Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art di Lucca: non un “doppione” della mostra spoletina ma un diverso percorso espositivo che racconta il rapporto tra Warhol e Gartel in 70 differenti opere.

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WARHOL vs GARTEL. HYP POP

Palazzo Bufalini, Piazza Duomo, Spoleto

Dal 22 dicembre 2016 al 2 aprile 2017

Orari: 10.00 – 13.00 / 14.30 – 19.00

Chiusura il lunedì

Ingresso: 5 euro

 

LE OPERE DI WHAROL IN MOSTRA

 

Self-Portrait

1986,

Litografia su carta, 86×86 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Lp “The Velvet Underground & Nico”

1967,

Cover disco, 31×31 cm

Milano, Collezione privata.

 

The Beatles

1980,

Litografia su carta, firmata, 31×90 cm

Milano, Collezione privata.

 

Man Ray ticket

1974,

Litografia su carta, firmata 24×24 cm

Milano, Collezione privata.

 

Ticket Albert Einstein

1980,

Litografia su carta, firmata, 11×13 cm

Milano, Collezione privata.

 

Ladies and Gentlemen

1975,

acetato fotografico negativo, 35×25 cm

Milano, Collezione privata.

 

Ladies and Gentlemen

1975,

Acetato fotografico negativo, 35×25 cm

Milano, Collezione privata.

 

Ladies and Gentlemen

1975,

acetato fotografico positivo, 35×25 cm

Milano, Collezione privata.

 

Ladies and Gentlemen

1975,

Acetato fotografico negativo, 35×25 cm

Milano, Collezione privata.

 

Ladies and Gentlemen

1975,

Acetato fotografico negativo, 35×25 cm

Milano, Collezione privata.

 

Ladies and Gentlemen

1975,

Acetato fotografico negativo, 35×25 cm

Milano, Collezione privata.

 

Ladies and Gentlemen

1975,

Acetato fotografico negativo, 35×25 cm

Milano, Collezione privata.

 

Ladies and Gentlemen

1975,

Acetato fotografico negativo, 35×25 cm

Milano, Collezione privata.

 

Ladies and Gentlemen

1975,

acetato fotografico negativo, 35×25 cm

Milano, Collezione privata.

 

Ladies and Gentlemen

1975,

Acetato fotografico positivo, 35×25 cm

Milano, Collezione privata.

 

Ladies and Gentlemen

1975,

Serigrafia su carta, 110,5×72,3 cm

Milano, Collezione privata.

 

Mao

1989,

Serigrafia su carta, 110×76 cm

Milano, Collezione privata.

 

Marilyn

1967,

Serigrafia su carta, 91,4×91,4 cm

Milano, Collezione privata.

 

Marilyn

1967

Serigrafia su carta, 91,4×91,4 cm

Milano, Collezione privata.

 

Mick Jagger

1979,

Litografia su carta, firmata, 18×18 cm

Milano, Collezione privata.

 

Diane von Fürstenberg

1979,

Litografia su carta, firmata, 18×18 cm

Milano, Collezione privata.

 

Yves Saint Laurent

1979,

Litografia su carta, firmata, 18×18 cm

Milano, Collezione privata.

  

Gianni Agnelli

1979,

Litografia su carta, firmata, 18×18 cm

Milano, Collezione privata.

 

Halston

1979,

Litografia su carta, firmata, 18×18 cm

Milano, Collezione privata.

 

Jamie Wyeth

1979,

Litografia su carta, firmata, 18×18 cm

Milano, Collezione privata.

 

Kimiko

1979,

Litografia su carta, firmata, 18×18 cm

Milano, Collezione privata.

 

Liza Minnelli

1979,

Litografia su carta, firmata, 18×18 cm

Milano, Collezione privata.

 

Marella Agnelli

1979,

Litografia su carta, firmata, 18×18 cm

Milano, Collezione privata.

 

Marion Block

1979,

Litografia su carta, firmata, 18×18 cm

Milano, Collezione privata

 

OPERE DI GARTEL IN MOSTRA

Banana and Wine

1978,

Stampa digitale, 50×67,5 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Coca Cola

1996,

Stampa digitale, 117×90 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Absolut Gartel

1991,

Stampa digitale, 108x78cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Monagartel

1996,

Stampa digitale, 119×90 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

The Playroom

1994,

Stampa digitale, 90×112 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Vangoghn

1998,

Stampa digitale, 150×120 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Candy Land

1992,

Stampa digitale, 100×80 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Fashion mode

1998,

Stampa digitale, 150×120 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli

 

City Streets

1998,

Stampa digitale, 150×120 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Untitled shoes

1982,

Stampa digitale, 78,5×120 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Downtown

1996,

Stampa digitale, 145×176 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Everglades

1996,

Stampa digitale, 119,5×178 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Finale

1998,

Stampa digitale, 150×120 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Ford Galaxie

1995,

Stampa digitale, 84×174 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

South beach

1995,

Stampa digitale, 150×120 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

GMC Truck

1995,

Stampa digitale, 77,5×136 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Grafeeti

1998,

Stampa digitale, 115×146 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Kosby Konik killer

1992,

Stampa digitale, 132×84 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

On the way to the emporer’s

1997,

Stampa digitale, 80×237 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Pro player stadium

1996,

Stampa digitale, 120×180 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli.

 

Forever television

1982,

Stampa digitale, 83,5×120 cm

Milano, Collezione Maurizio Monticelli

 

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Laurence Gartel

Nasce il 5 giugno 1956 a New York e, fin da piccolissimo, dimostra interesse per le arti visive. Studia alla High School of Music and Art e frequenta corsi al Fashion Institute of Technology e all’ Art Student League, conseguendo un diploma alla School of Visual Arts di New York. Nel 1975 frequenta il Media Study di Buffalo, dove conosce lo sciamano della videoarte, Nam June Paik, con cui lavorerà fianco a fianco dando inizio alla sua carriera nel campo dell’elettronica. È al Media Study che entra in contatto con i primi sistemi di elaborazione video: un Ruth-Etra Synthetizer, che creava effetti di curvatura sui tre assi, e un Paik-Abe Colorizer, in grado di ricolorare immagini in bianco e nero. A quel tempo, però, non esisteva una tecnologia capace di generare una buona stampa delle immagini video: per questo era costretto a fotografare il monitor per salvare i propri lavori.

Nel 1978 si trasferisce all’Experimental Television Center di New York, dove ha modo di lavorare con un Paik-Abe Wobulator – in grado di distorcere le immagini in onde calcolate trigonometricamente – e con il primo computer digitale, Cromeco Z-2, dotato di floppy disk da ben 2 Kbyte. Nel 1981, Gartel inizia a lavorare su un sistema Atron Studio Computerche disponeva di milioni di colori: questo sistema gli offre l’opportunità di creare multipli della stessa immagine e disegnare come non sarebbe mai stato possibile con gli strumenti tradizionali.

Nel 1984 nasce il primo Apple Macintoshcon il programma Mac Paint: dopo anni di ricerca sul colore, si ritorna al bianco e nero e la teoria della grafica applicata all’arte si rinnova per necessità: i segni e i simboli realizzati a “mano libera” si fondono con le immagini digitalizzate in una composizione digitale priva di chiaro-scuro e fortemente pixellata. Per la riproduzione di queste opere Gartel utilizza una stampante ad aghi Imagewriter,ma l’esito estetico non è ancora quello che desidera, perciò continua a fotografare le stampe.

Il 1985 è l’anno della presentazione del Commodore Amiga 1000, il primo computer da tavolo in grado di gestire 32 colori distinti. Abbinato al programma Deluxe Paint, viene considerato il primo computer per la creazione artistica digitale. Nello stesso periodo, la Xerox mette in commercio la stampante Art Color Ink-Jetche, abbinata a una carta a base di argilla, conferisce ai colori una vibrazione molto simile al pastello. Finalmente Gartel può esaltare appieno le sue immagini digitali, stampandole direttamente senza doverle fotografare, usando il computer come un vero e proprio strumento per fare arte. È proprio in questo periodo che inizia a lavorare con Warhol, mostrandogli il funzionamento del nuovo sistema Commodore-Amiga.

Sono del 1989 le prime grandi mostre personali di arte digitale alla Joan Whitney Payson Gallery di Portland e al Fine Art Museum di Long Island (New York). Nell’ottobre dello stesso anno, l’opera Serenity of Flight viene pubblicata sulla copertina del magazine Forbes, il che contribuisce ad accrescere la sua popolarità.

Nel 1992, dopo alcuni anni di assenza, torna in Europa: un viaggio in treno tra Hannover e Parigi, unito alle suggestioni della vita nella Ville Lumière, gli forniscono ulteriori spunti e stimoli per nuove creazioni. Nei lavori di quel periodo, Gartel dichiarerà di essere stato suggestionato anche dal film Blade Runner, tratto da un romanzo di Philip K. Dick. In questo stesso anno, Parigi celebra l’artista americano con una mostra personale al Musée Français de la Photographie. Da allora, si sono susseguite molte mostre retrospettive ed esposizioni personali in prestigiosi spazi espositivi pubblici e privati, tra i quali il Masur Museum of Art di Monroe, la Colville Place Gallery di Londra, la Galerie L di Mosca, la Nathan D. Rosen Museum Gallery di Boca Raton, il Palm Beach Photographic Museum di Delray Beach, la Gallery of Art, la Robert Rauschenberg Gallery e l’Edison College di Fort Myers, il MoMA PS1 di New York, il National Museum of American History di Washington.

A partire dalla seconda metà degli anni Novanta, l’amore incondizionato tra l’artista americano e l’arte elettronica cresce a tal punto che la Apple lo nomina, oltre che artista-testimonial per la propria immagine, consulente per lo sviluppo di tutti i software di disegno. La Apple, però, non sarà l’unica multinazionale a pensare a Gartel per legare la propria immagine alla sua sfrenata e geniale creatività: la Coca-Cola gli affiderà lo studio della propria immagine per le Olimpiadi di Atlanta e lo studio dell’immagine per il nuovo millennio. L’Absolut Vodka gli chiederà di realizzare un originale Absolut Gartel. Con Philip Morris realizzerà una mostra itinerante in alcune città della Germania, e lavorerà anche per Budweiser, Mobil Oil, IBM, Canon USA, Swatch, Walt Disney, Continentale Tire, oltre che per il Future Film Festival di Bologna e l’Oslo Motor Show.  Proprio nell’ambito motoristico, Gartel diventa un vero e proprio punto di riferimento, non solo creando immagini, ma anche brandizzando automobili con vere e proprie live performance. In questi ultimissimi anni ha lavorato per marchi prestigiosi, quali Ferrari, Porsche, Cadillac Limousine, BMW e Volkswagen.

Attualmente Laurence Gartel vive e lavora a Miami, ma passa buona parte del suo tempo viaggiando per il mondo.

 

Andy Warhol

Considerato a pieno titolo uno dei più grandi geni artistici del suo secolo, Andy Warhol è nato a Pittsburgh (Pennsylvania) il 6 agosto 1928, anche se egli stesso ha sempre alimentato dubbi sulla propria data di nascita. Figlio di immigrati slovacchi di etnia rutena, il suo vero nome era Andrew Warhola, passò buona parte dell’infanzia frequentando una comunità religiosa e soffrendo della sindrome del “ballo di San Vito”.

La sua abilità nel disegno fu evidente fin da subito e, tra il 1945 e il 1949, studiò al Carnegie Institute of Technology della sua città. Si trasferì poi a New York, dove lavorò come grafico pubblicitario presso alcune riviste: Vogue, Harper’s Bazaar, Glamour, ecc. Fece anche il vetrinista e realizzò le sue prime pubblicità per il calzaturificio “I. Miller”.

Il successo non tardò ad arrivare. Dopo la prima mostra, nel 1952, alla Hugo Gallery di New York, con una serie di disegni ispirati agli scritti di Truman Capote, nel 1956 presentò le sue Golden Shoes. In questi anni cambiò il proprio nome in Andy Warhol.

 

Fama e denaro, tuttavia, non gli bastavano, perché il suo obiettivo era quello di essere riconosciuto come artista: per questo sviluppò il proprio stile creando un linguaggio che si arricchiva di simboli luminosi e spettacolari tipici della pubblicità di massa. Nel 1961 ebbe l’idea che avrebbe sconvolto la sua vita e quella del mondo dell’arte: rappresentare qualcosa che tutti gli americani vedevano, desideravano, condividevano e riconoscevano. Nacquero di lì a poco opere che riproducevano, in modo perfetto, le banconote americane e le trentadue zuppe Campbell

L’esigenza di una produzione seriale, la volontà di ripetere i soggetti e di disporre a griglia più file di banconote nel minor tempo possibile lo condussero alla scoperta di un procedimento tecnico che avrebbe modificato il suo approccio all’arte: nel 1962 sperimenta, per poi non abbandonarla quasi più, la tecnica della serigrafia fotografica con la quale realizza opere dedicate alle star di Hollywood. L’occasione per sfruttare al massimo le opportunità legate a queste nuove tecniche espressive fu offerta dalla morte di Marilyn Monroe, nell’agosto del 1962. Appena saputa la notizia, Warhol decise di realizzare una serie di opere utilizzando una foto pubblicitaria in bianco e nero, tratta dal film Niagara del 1953. In poco più di un mese realizzò ventitré ritratti. Trattò anche temi carichi di tensione come i Disasters, i Car Crash (incidenti automobilistici) e la Electric Chair (sedia elettrica).

Sempre più numerose furono le mostre allestite nelle gallerie più prestigiose del tempo, da Leo Castelli a Sonnabend fino ad arrivare all’Institute of Contemporary Art di Philadelphia. Il 1963 fu un altro anno fondamentale per la carriera di Andy Warhol. Il lavoro e le committenze erano aumentate tanto che non aveva più lo spazio per operare nel proprio atélier. Per questo trasferì il suo studio in un grande loft sulla 47ª Strada che sarebbe diventato la famosissima Factory: un’ex fabbrica di cappelli, ricoperta interamente di carta stagnola e dipinta di argento, che, di lì a poco, si sarebbe trasformata in punto di riferimento culturale per tutti gli artisti, ma anche in studio cinematografico, teatro di sperimentazione, laboratorio letterario e open space interdisciplinare.

Il 3 giugno 1968, proprio nella Factory, subì un attentato da parte della poetessa Valerie Solanas, che gli sparò ferendolo gravemente. Miracolosamente sopravvissuto, più volte dichiarò di aver vissuto la disavventura come una sorta di morte e resurrezione. In quello stesso anno riprese a dipingere: partecipò a documenta 4 a Kassel e fu invitato per mostre personali a Chicago, Eindhoven, Parigi, Londra e al Whitney Museum di New York. Nel 1972, con le opere dedicate a Mao Tse-tung – all’incirca duemila – Warhol trovò la sua “nuova Marilyn” grazie a uno dei volti più noti al mondo: in fondo, anche Mao era un prodotto di consumo di massa.

Gli elogi ricevuti per i ritratti di Mao spinsero altri leader politici, industriali, donne famose, star del cinema, divi del rock, ma anche semplici collezionisti, galleristi e personaggi in cerca di notorietà a chiedergli un ritratto. Da quel momento, i ritratti occuparono un posto determinante nella sua attività.

Negli anni Ottanta, la sua opera grafica, caratterizzata da una ritrovata eleganza formale, divenne sempre più leziosa e raffinata grazie all’introduzione di tecniche innovative, con linee più raffinate, con contaminazioni cromatiche sempre più discrete e con l’utilizzo di materie inedite, come la polvere di vetro, che avrebbe reso ogni lavoro un pezzo unico. Alla fine di gennaio del 1987 Warhol era a Milano per una importante mostra personale. Al rientro negli Stati Uniti, si fece ricoverare al New York Hospital per un intervento chirurgico alla cistifellea che avrebbe dovuto mettere fine a lancinanti dolori addominali. Il mattino successivo morì per un imprevisto attacco cardiaco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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