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Il Teatro Manzoni di Calenzano rinasce nel segno della ‘leggerezza’

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Fabrizio Checcacci, Lorenzo Degli Innocenti e Roberto Andrioli

 

di Irene Tempestini

 

Il Teatro Manzoni di Calenzano torna a nuova vita, grazie all’impegno dell’associazione La Macchina del Suono, che ha vinto il bando per la gestione fino al 2024

 

 

Che bello quando qualcuno fa. Che bello quando alla paura dell’ imprevedibile si risponde con il coraggio del proporre. Che bello che il Teatro Manzoni di Calenzano sia pronto a rinascere grazie alla spinta de La Macchina del Suono, l’associazione che vede Fabrizio Checcacci, Lorenzo Degli Innocenti e Roberto Andrioli impegnati in prima linea nel ridare vita e lustro ad uno spazio culturale che ha bisogno di tornare a diffondere arte.

Dalle parole di Fabrizio, Lorenzo e Roberto si evince che il loro primo obiettivo è riaprire il teatro, poichè l’emergenza pandemica non permette ancora di fissare una programmazione, anche se vogliono farsi comunque trovare pronti nel momento in cui potranno. ‘Vogliamo che il Teatro Manzoni diventi il fulcro della cultura del territorio, un punto di riferimento per tutte quelle realtà che cercano un luogo, uno spazio d’espressione.
Lanciamo quindi un appello a tutti soggetti – associazioni, circoli, persone – che hanno idee e progetti. Noi ci siamo. Il Teatro Manzoni è vostro, del pubblico e di tutte quelle attività sociali e ricreative di cui una comunità ha bisogno.
Partiamo da questo.’

 

teatro manzoni di calenzano

 

 

Come tema portante del progetto  di rinascita del Teatro Manzoni di Calenzano, l’associazione ha scelto la ‘leggerezza’, non intesa come futilità ma come reazione al peso del vivere.  E’ la leggerezza di Italo Calvino secondo cui “Leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto”.‘Vorremmo fare nostro questo concetto – hanno dichiarato Fabrizio, Lorenzo e Roberto -,ora più che mai e farci guidare da questo sentire per le nostre proposte sia per la prossima stagione, sia per i nostri interventi per la stagione estiva. Un teatro leggero, non autoreferenziale, che non perda d’occhio la qualità.’

 

teatro manzoni di calenzano 2

 

 

L’associazione La Macchina del Suono inzierà a farsi conoscere già dalla prossima estate, all’interno del festival Calenzano Estate. ‘Stiamo lavorando a un appuntamento settimanale al Castello di Calenzano, – proseguono  Checcacci, Degli Innocenti e Andrioli – a cui si affiancherà una rassegna teatrale all’aperto che contemperi generi e interessi diversi: dalla prosa classica a quella contemporanea, dal teatro di narrazione alla musica. In cartellone, tra gli altri, produzioni originali del Teatro Manzoni e de La Macchina del Suono. E ancora, un fine settimana al Parco di Travalle con appuntamenti al tramonto e alla sera, spettacoli itineranti e performance immerse in un luogo che si trasformi in un inedito e inaudito palcoscenico naturale.Tra i nostri obiettivi – emergenza Covid permettendo – c’è la collaborazione con i circoli del territorio: spettacoli ed eventi ad hoc pensati nell’ottica di una “cultura diffusa” sul territorio e, non ultimo, con il fine di rivitalizzare spazi che, come i teatri, stanno vivendo un periodo molto difficile. Se non possiamo portare il pubblico a teatro per le ragioni che noi tutti sappiamo, ci stiamo re-inventando il modo di portare il teatro al pubblico. Ulteriori dettagli saranno resi noti quando verrà annunciato il programma della Calenzano Estate. Ultima ma non ultima, la didattica affine al teatro, un punto fondamentale del progetto che la Macchina del Suono ha per il Teatro Manzoni di Calenzano.

Grazie all’associazione La Macchina del Suono partirà quindi l’offerta didattica con la scuola di teatro intitolata ad Arnoldo Foà con il beneplacito della moglie e degli eredi, che hanno apprezzato e sostenuto questo omaggio.

‘Continueremo la tradizione formativa che ha il Teatro Manzoni di Calenzano, con particolare attenzione per sviluppo creativo, nuovi talenti della drammaturgia, della prosa, del musical, teatro di narrazione, della commedia e stand up comedy. Già nei prossimi mesi avranno luogo i primi workshop e laboratori. Per un teatro aperto a tutti, luogo di crescita, dialogo pacifico, creatività, emozioni vere’.

E come diceva Arnoldo Foà, il teatro è un moribondo che non muore mai.

 

 

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