Home Arte Arte ∼ Eventi Franco Belsole, attimi di vita rubati nelle città contemporanee

Franco Belsole, attimi di vita rubati nelle città contemporanee

0 2936
belsole fotografo

di Irene Tempestini

 

Franco Belsole. Paris 2010. Un tempo, un luogo qualunque

a cura di Francesca Gallo

fino al 15 dicembre 2014

Die Mauer Arte Contemporanea – Prato

Ingresso libero

 

La vita è fatta di attimi che come un fiume scorrono veloci e irripetibili, confusi tra gli istanti di vita degli altri, e il paesaggio che ci ospita. Franco Belsole, talentuoso fotografo, dal 2010 lavora ad un progetto dal titolo Paris 2010, dedicato proprio alla sfuggevolezza del vivere umano e alle città contemporanee (tra cui Berlino, Helsinki, New York e Philadelphia), le cui strade brulicano di questi attimi indefiniti, persi tra scorci architettonici di edifici possenti ma che ai nostri occhi non appaiono statici, poiché l’angolazione scelta dal fotografo crea una prospettiva che sembra collassare sulle persone, ignare e assorte nei loro pensieri.

belsoleSguardi che osservano il proprio Io incuranti di ciò che accade intorno, scatti rubati che colgono i soggetti nell’istante in cui pensano, sorridono, sbuffano, attraversano la strada, ascoltano la musica, leggono…e dove siamo non ha importanza, basti sapere che siamo in una città contemporanea, con i suoi edifici moderni e i suoi abitanti e/o visitatori, che fanno quello che sono chiamati a fare: vivere.

In mostra alla Galleria Mauer di Prato, fino al 15 dicembre, accanto alle foto che ritraggono persone, sono esposte anche immagini di edifici ripresi nel dettaglio, ma comunque chiusi nella loro impermeabilità, che non lascia trasparire niente, nonostante lo zoom di Belsole ravvicini il dettaglio il più possibile.

Osservare le foto in mostra stimola una forte curiosità: che cosa ci sarà dietro quelle finestre? Cosa starà pensando questa ragazza mentre cammina? E quest’altra persona che sta attraversando la strada? Eppure, pensandoci bene, questa sete di conoscenza dell’altrui vivere raramente fa parte del nostro quotidiano, assorbiti come siamo dal nostro vivere distrattamente; ed ecco che l’arte, e nel caso specifico la fotografia di Belsole, catturano e sottopongono alla nostra attenzione dettagli che altrimenti passerebbero inosservati.

Del resto, in un’ intervista, Belsole ha dichiarato che la fotografia è il mezzo più consono per cercare di catturare l’accadimento nel suo stato più puro; il fotografo tramite una lente ravvicinante mette in risalto stati d’animo e situazioni individuali comuni in qualsiasi metropoli e nonostante cambi luogo e città, l’evento rimane invariato.

Ad essere immortalata è la realtà così com’è, senza alcuna modifica o artefatto. Fermare un istante, cogliere il dettaglio di un volto, di un gesto, di un’azione, irrompere nella quotidianità delle persone, ognuna con le proprie franco belsole fotografo mostra die mauer pratoemozioni e le proprie esistenze, assorbite da una società della quale fanno parte ma con la quale mantengono una distanza fisica ed emotiva. Un incontro/scontro, un farne parte ma non esserne parte, un incrociarsi senza vedersi; Belsole, lo ha dichiarato lui stesso, rappresenta uomini, donne, vecchi, che si incrociano ma non si incontrano, divisi da barriere fisiche che, ogni giorno di più, l’avanzare del progresso tecnologico impone.

Franco Belsole è sicuramente molto legato alla scuola tedesca di Bernd e Hilla Becher, maestri della fotografia in bianco e nero con edifici industriali, e vicino per stile e approccio fotografico ad un altro tedesco, Armin Linke. Innegabile anche una certa somiglianza di intenti e fare stilistico con gli urban landscape dell’inglese Michael Toye e dell’italiano Gabriele Basilico, il cui obbiettivo indagatore ha fin dai suoi esordi posto attenzione sulle zone urbanizzate e industrializzate delle città italiane ed europee.

L’artista

Nato a Viterbo nel 1958 ha frequentato l’ Accademia di Belle Arti di Roma.Nel 1991 ha vinto una borsa di studio al Progetto Internazionale Civitella D’Agliano ideato da Filiberto Menna.Nel 1996 ha vinto il premio internazionale Sebastian Oschman Gradenico a cura del Centro Culturale il Fotogramma , di Roma.Nel 1996 finalista al premio Trevi Flash Art Museum. Nel 1997 ha vinto il premio della critica al Trevi Flash Art Museum. Nel 1998 ha vinto il primo premio alla Biennale di fotografia al Trevi Flash Art Museum.Nel 2007 ha vinto il Premio Fotografia al Concorso Nazionale d’Arte Contemporanea Saturarte di Genova

www.diemauer.it

NO COMMENTS

Leave a Reply