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Dan Witz e la sua Street Art tra reale e irreale

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Dan Witz, installazione

di Riccardo Tronci

– Reale. Una galleria. Un ritratto. Un quadro impressionista. Uno post-impressionista. Una blanda imitazione di Tranquillo Cremona. Un paesaggio. Un altro paesaggio. Una tela tagliata. Un’accozzaglia di colori. Un paesaggio. Fuori dalla galleria, nella strada, le emozioni, la tecnologia, le luci, corpi che si muovono, musiche e rumori in costante evoluzione. Dan Witz, forse proprio grazie alla propria provenienza dalla Street art, esce dalle gallerie (forse anche per entrarci, in questi anni della sua consacrazione?) e dipinge il vero, il reale, ciò che è intorno.

 

Witz-Prisoners- Installazione in strada

Witz – Prisoners. Installazione

Il tempo, almeno come lo intendiamo noi che abbiamo cercato di definirlo e codificarlo, se esiste non si ferma. Inutile provare a raccoglierlo in clessidre, chiudere le finestre sull’esterno e polverizzare le novità con rappresentazioni false. Inutile ed insensato, per quanto possa essere sostenibile economicamente, continuare a produrre paesaggi macchiaioli o ritrarre rovine classiche seguendo Piranesi. Una riflessione appena onesta sussurrerebbe all’orecchio della splendida Firenze che è ormai tempo di aprirsi alla contemporaneità, smettendo di agitare il pur nobilissimo scettro del Rinascimento. Una riflessione appena accurata rivelerebbe a tutti come quella Firenze, capace di inventare un movimento di idee in grado di sconvolgere il mondo intero, fosse una città aperta al cambiamento, sveglia, pronta a confrontarsi con il proprio tempo.

 

Per cui il vero, il reale. La rappresentazione del pogo durante un concerto degli Agnostic Front. Così dettagliata e perfetta da far indugiare lo sguardo su ogni singolo millimetro. Corpi che danzano nella perfetta armonia isterica dei nostri tempi, celebrata in tutta la sua potenza, con la stessa intensità di Keith Haring, con tutt’altra tecnica e scopo. Niente è lasciato al caso e la raffigurazione è la fotocopia esatta di ciò che è realmente accaduto, ma capace di travolgere l’osservatore, facendo pervenire suoni, grinta, rabbia, voglia di riscatto, energia.

 

Un ritratto di Dan Witz, raffigurante attimi di vita reale

Witz- Ritratto

Ritrarre il proprio tempo significa certamente porre al centro dubbi e riflessioni, esporre il proprio punto di vista ed esporsi. E Dan Witz è forse il primo artista di strada che, una volta riconosciuto, una volta che le sue opere d’arte vengono riconosciute tali e non violazioni al codice, continua a stupire, a stravolgere la realtà con stupefacente brillantezza. Perché se è vero che Witz riesce a riprodurre la realtà dei tempi odierni, gettando alle spalle la noia delle vetustà, è allo stesso tempo innegabile come riesca ad intervenire sulla realtà, sconvolgendola.

 

E’ il caso delle installazioni “Prisoners”, realizzate a Londra, Francoforte, Los Angeles e Vienna. In luoghi poco accessibili ma ben visibili Witz colloca sbarre e prigionieri, scavalcando lo spazio e portando immagini note solo tramite mass media al centro della nostra realtà. Iperrealismo portato ad un eccesso quasi astratto. Cosa significherebbe per il mondo occidentale scoprire dietro l’angolo di casa, sul pilastro di un ponte o di un cavalcavia autostradale una cella? Dan Witz apre finestre e porte su tematiche emotivamente forti costringendoci contemporaneamente ad aprire le nostre coscienze. E riesce a farlo non solo mettendoci a confronto con realtà vere, ma lontane (chi di noi ha una qualche idea di cosa sia essere prigionieri, di un campo di prigionia, di una cella?!), ma ritraendo la nostra quotidianità.

 

Ed ecco che la bellezza del volto, l’indagine sul ritratto affida completamente la tematica della luce ad uno smartphone. Il candore e la luce diventano scenici come in Caravaggio, ma il reale protagonista dell’opera è il punto luce, stavolta chiaramente ritratto, riconoscibile. Gli occhi delle persone raffigurate non introducono l’osservatore al quadro, si chiudono su di uno schermo invisibile, escludendolo da una dimensione interna a cui nessuno, se non il soggetto, è autorizzato a partecipare. In un quadro Witz racchiude tutto il dinamismo della vita contemporanea, tesa continuamente ad escludere ciò che è all’esterno, per rifugiarsi in cuffie o schermi, barriere con l’altro o le altre cose.

 

Witz- Lampada- Park Avenue, angoli di vita reale

Witz – Park Avenue Lobby Lamp (Annunciation), 2010

Tuttavia se l’indagine di Witz si fermasse qui sarebbe certamente significativa, ma piuttosto semplice, una produzione originale generata da un’idea comune. Ed ecco che alla riflessione sulla solitudine dei social si accompagna una ricerca artistica sulla luce senza precedenti, che indaga sia sulla tecnica che sul significato. La luce come mezzo tramite il quale descrivere, ma anche soggetto di socialità.

 

Socialità multimediale e apparentemente irreale nel caso dei ritratti e socialità iperreale nel caso delle lampade, dipinte per divenire reali punti luce negli ambienti di esposizione e, di conseguenza, punti di incontro, conversazione, confronto. Opere d’arte che pur apparendo meri oggetti d’arredamento abbattono le barriere imposte dalla realtà per assumere il ruolo del falò strummeriano, divenendo punti luce, centri di socialità.

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